Il problema della manutenzione dei DAE distribuiti sul territorio è un problema noto a tutti coloro che da anni si impegnano nella organizzazione dei progetti di defibrillazione precoce.
In Italia il primo progetto è stato quello di Piacenza, Progetto Vita, che attualmente ha distribuito circa 250 DAE (e salvato 78 persone con questi).Sebbene i DAE eseguano automaticamente un autotest di controllo dello stato dei circuiti interni e della carica della batteria, segnalando visivamente e/o con segnale sonoro la presenza di problemi, il controllo finale spetta al referente responsabile del DAE stesso. Per altro, il controllo della rete dei defibrillatori diventa tanto più difficile tanto maggiore è il numero dei dispositivi sul territorio.
La competenza della manutenzione non è attualmente ben definita e, solitamente, è a carico del referente che ha in dotazione lo strumento, senza tuttavia che su di esso cada una vera e propria responsabilità, tanto più che spesso il mancato utilizzo dello strumento fa si che ci si dimentichi perfino di averlo in custodia. La poca chiarezza in questo aspetto del problema rischia di frenare ulteriormente la nascita di progetti per la copertura del territorio.
Possiamo quindi definire due modalità di manutenzione:
1. adibire personale dedicato alla manutenzione che svolga, come per gli idranti, un controllo periodico per visionarne il corretto funzionamento.
2. utilizzare defibrillatori controllati on-line a distanza da una centrale operativa. Nella implementazione di nuovi progetti di defibrillazione territoriale, sebbene il costo sia maggiore di un semplice defibrillatore, installare questi dispositivi trovano una giusta motivazione nel risparmio di tempo da investire nella loro gestione controllati a distanza.