Come le emozioni influenzano il cuore.
Esiste una stretta correlazione tra le nostre emozioni ed il cuore.
Per chi soffre di depressione è infatti possibile sviluppare una patologia cardiaca oppure aggravare lo stato patologico preesistente.
E’ molto più alta infatti l’incidenza di ricoveri ospedalieri e, purtroppo, di decessi fra chi soffre di insufficienza cardiaca e depressione, rispetto a chi soffre solo di depressione.
Soffrire di depressione potrebbe compromettere l’efficacia del trattamento farmacologico prescritto per il cuore, riducendo la motivazione, la capacità di concentrazione ed il livello di fiducia percepito dal paziente cardiopatico.
E’ quindi molto importante riconoscere i sintomi della depressione per elaborare delle terapie mirate e ridurre, magari, i sintomi della patologia cardiaca.
I bambini affetti da cardiopatie congenite, per esempio, sono molto esposti a rischi cognitivo-comportamentali; le emozioni hanno anche qui una profonda influenza sia sui bambini che sulle loro famiglie.
“La presenza in famiglia di un figlio con cardiopatia congenita ha quasi sempre conseguenze determinanti per gli altri componenti del nucleo familiare in modo particolare per la madre che assume, generalmente, il ruolo di caregiver, venendo delegata quasi per la totalità del tempo alle cure del bambino”[1].
Da uno studio condotto dal Journal of the American Heart Association[2] sulle famiglie dei bambini affetti da cardiopatie congenite è emerso che il 30% dei genitori accusava sintomi da stress post traumatico; dal 25 al 50% del campione interessato mostrava segni di depressione e/o di ansia.
Quasi l’80% dei genitori di bambini con cardiopatie congenite hanno ammesso di aver risentito fortemente della malattia del figlio; le madri, in particolare, hanno un alto fattore di rischio psicopatologico.
“Le madri mostravano gravi sintomi di depressione, ansia, somatizzazione e disperazione molto più dei padri. Il fardello delle cure genitoriali, l’insoddisfazione derivata dalle cure, l’isolamento sociale e le difficoltà finanziarie sono associate ad un elevato rischio di insorgenza di psicopatologie di lunga durata”[3].
Emerge prepotentemente da questi studi l’urgenza di pensare alla salute come una stato cdi benessere che attraversa, trasversalmente, tutti gli aspetti della vita dell’individuo.
L’OMS definisce la salute come uno “stato di completo benessere fisico, mentale, sociale (e spirituale), non semplicemente assenza di malattia”.
Prendersi cura del nostro cuore significa quindi prendersi cura della nostra vita e della nostra famiglia.
[1] Gabriela Vieytes “La voce del cuore”, Luigi Pellegrini Editore, 2016, pp.13
[2] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5421144/
[3] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5421144/