L’ecocardiografia fetale è un esame che consente di scrutare l’anatomia e la funzionalità del cuore del bambino direttamente nel grembo materno, attraverso delle onde sonore assolutamente non dannose per il feto.
E’ possibile farla nel secondo trimestre di gravidanza per portare alla luce eventuali malformazioni o patologie congenite cardiache.
L’ecocardiografia fetale non rientra nei controlli di routine, ma sarebbe bene farla per avere la possibilità di scoprire le anomalie, qualora ce ne fossero, anche in assenza di avvisaglie.
La diagnosi delle cardiopatie nel feto è molto importante perché intervenire in maniera precoce con terapie mediche e/o chirurgiche, può migliorare nettamente la qualità della vita futura del nascituro.
L’ecocardiografia fetale viene richiesta quando sono presenti particolari rischi cardiaci fetali, come:
- Sospetto di cardiopatia congenita all’ecografia morfologica;
- Alterazione del battito cardiaco fetale persistente (aritmie);
- Ritardi di crescita a insorgenza precoce (secondo trimestre);
- Gemellarità monocoriale;
- Cariotipo fetale anomalo evidenziato all’amniocentesi o alla villocentesi;
- Malformazioni extra-cardiache;
- Idrope fetale (aumento dei liquidi nei tessuti fetali) non immunologico;
- Riscontro di translucenza nucale aumentata nel primo trimestre, con cariotipo normale (NT superiore al 99° percentile, cioè oltre 3,5 mm).
L’indicazione all’esame si può basare anche su fattori di rischio materni:
- Familiarità per cardiopatie congenite (esistenza di precedenti nati affetti o conclamata malformazione cardiaca in uno dei due genitori);
- Malattie ereditarie e sindromi genetiche associate a cardiopatia congenita;
- Infezioni contratte durante la gravidanza (toxoplasmosi, rosolia, cytomegalovirus, parvovirus B19, coxsackie ecc.);
- Malattia metabolica pregressa rispetto alla gravidanza (diabete insulino-dipendente, fenilchetonuria ecc.);
- Patologie autoimmuni (es. lupus eritematosus sistemico e sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi);
- Assunzione di farmaci o esposizione ad agenti teratogeni (tra cui alcool, retinoidi, fenitoina, trimetadione, carbamazepina, carbonato di litio, acido valproico e paroxetina).
Questa tipologia di controllo è eseguibile già dalla 16esima settimana di gravidanza, ma le immagini migliori si ottengono dalla 20-22esima settimana in poi.
L’ecocardiografia festale riesce ad individuare cuna percentuale che oscilla tra l’80 ed il 90% delle cardiopatie congenite.
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